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A Milano Unica le nostre headband Sophie

Ci trovate a Milano Unica – Pad12 stand B17, ospiti di Tmr Cederna che ha creduto in questo nostro progetto.

capsule collection Sophie

Nascono come fasce per capelli ma possono essere utilizzate anche in vita, come fusciacca oppure come scaldacollo.

Le nostre Headband della capsule collection Sophie, sono sostenibili: utilizziamo tessuti 100% New Life, prodotti da TMR Cederna, uniti a tessuti preziosi (come velluti, lurex, satin..) che sono scarti di produzione.

headband Sophie
capsule collection Sophie

Tutto è nato qualche tempo fa quando ho deciso di far crescere i capelli che ormai avevano quella lunghezza insipida ed ingestibile all’altezza della mandibola. Lavorando come responsabile dell’ufficio stile in un’azienda che produce fodere, era facile trovare degli scarti, dei tagli di tessuti stretti e lunghi.

Così un giorno ne ho preso uno e me lo sono legato in testa: ero in ordine e con quel non so che in più che da un po’ di sprint anche ad un outfit semplice. Sono poi uscita dall’ufficio con questo nastro sulla testa e man mano, ho iniziato a confezionarne di diversi tipi apportando ogn volta delle migliorie.

Poi hanno iniziato a chiedermi dove avessi acquistato queste fasce… e quindi eccomi qui. Anzi, eccoci qui. Siamo Federica e Alessia. Seguiteci su Instagram @bokehdesign.

unPIZZO: creatività, tradizione e intrecci partendo da Giganta

Ho visto per la prima volta i loro intrecci qualche anno fa da Orticolario; avevano presentato una composizione di arredi tutti intrecciati a mano: un tappeto, delle poltrone e l’iconico Giganta: il tipico centrino di Cantù in dimensione oversize, utilizzabile sia a pavimento che come arazzo. 

Ho ritrovato Giganta anche al ristorante Tarantola ad Appiano Gentile. Devo dire che si sposa bene in case e stili completamente diversi.

Me ne sono innamorata. Mi piacciono i creativi che creano prodotti fatti di saper fare artigiano col tocco del designer e conoscenza della tradizione. UnPIZZO rivisita l’antica arte del merletto in chiave contemporanea.

Agnese e Bettina, anime di unPIZZO dal 2014, creano nel loro laboratorio/atelier nel cuore di Cantù (Como). Qui oltre a realizzare tappeti, sedute, divisori ecc, tessono a macchina la corda da utilizzare. Si può avere sia per ambienti outdoor che indoor. Stupendo. Si ha quindi anche la possibilità di creare pezzi unici partendo dal mix di colori dei fili che compongono la corda, al tipo di nodo o intreccio.

Attualmente lo studio collabora con aziende, designer e architetti ed ogni tanto organizzano laboratori per insegnare e trasmettere la passione per l’intreccio e le mille possibilità di realizzazioni che questa tecnica offre.

Hanno collaborato con aziende quali Living Divani, Ethimo, Durame creando prodotti attualmente a catalogo e varie installazioni anche al Salone del Mobile

100 anni di Bauhaus

Sono trascorsi 100 anni, ma ripercorrere oggi la vicenda del Bauhaus, scuola d’architettura e design fondata da Walter Gropius a Weimar nel 1919, è un ‘esperienza quanto mai attuale ed istruttiva.

Nata nella Germania dell’immediato primo dopoguerra, momento storico terribile su cui volteggia implacabile lo spettro della nascente ideologia nazionalsocialista che ne decreterà di fatto la fine 14 anni dopo, si proponeva di razionalizzare attraverso la definizione di uno schema interpretativo riconoscibile il rapporto fra arte e tecnica.

Sviluppo diretto del dibattito che coinvolse le avanguardie razionaliste dell’anteguerra riguardo al rapporto fra cultura e tecnologia nell’ambito delle nuove esigenze produttive nate con la rivoluzione industriale, cercò un linguaggio nuovo per tradurre nella pratica il necessario connubio fra le ragioni dell’arte e quelle della produzione.

Sull’onda dell’apertura di numerose Scuole ed Accademie d’arte applicata e sostenuta dalla spinta innovativa del governo socialdemocratico del Granducato di Sassonia, il Bauhaus Statale di Gropius si riproponeva di formare nei laboratori di studio nuove professionalità, veri e propri maestri-artisti in grado di operare nelle esigenze della quotidianità mantenendo fede ai dettami del Manifesto.

Finanziata inizialmente dai contributi statali ed in seguito attraverso le rette degli studenti e dalla rendita dei brevetti depositati, la scuola accolse fra gli insegnanti i nomi più prestigiosi dell’architettura, del design e della pittura contemporanea, da Kandinsky a Bruno Adler, da Breuer a Klee, da Feininger fino a Mies van der Rohe che ne fu l’ultimo direttore, e produsse il suo massimo sforzo in occasione dell’Esposizione del 1923 con la proposta rivoluzionaria della Haus am Horn, la casa modello progettata utilizzando tutte le tecnologie più avanzate.

Nei successivi 10 anni l’avvento del nazismo, e la conseguente ostilità del potere nei confronti delle idee innovative, della partecipazione attiva degli studenti alla fase progettuale, della presenza di insegnanti stranieri o di origine ebraica, del ruolo significativo delle donne nei processi decisionali e delle idee bolsceviche che secondo la Gestapo venivano promosse nell’istituto, costrinsero di fatto la scuola ad emigrare da Weimar a Dessau e da lì a Berlino dove nel Luglio del 1935 verrà definitivamente chiusa.

Nell’ambito delle numerose manifestazioni in programma in Germania e nel mondo per celebrare il centenario è stata forse proprio quest’anima itinerante, questa logica di idee in movimento, a spingere il collettivo SAVVY Contemporary alla realizzazione della Wohnmaschine, miniatura su ruote della celebre scuola di Dessau che per i prossimi 10mesi viaggerà da Hong Kong a Kinshasa con l’obiettivo di creare una scuola del design mobile.

Finanziato dal Bauhaus Heute Fund il progetto si propone attraverso conferenze e workshop allestiti sul pullman, di rappresentare una sorta di cavallo di Troia della modernità e di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo del design in un momento storico in cui il razzismo sta riaffiorando in Europa.

A Milano il nuovo Museo del Design più grande d’Europa

Con i suoi 5.135 metri quadrati di superficie, di cui 3.000 riservati alle aree espositive, il Museo del Design sarà uno dei grandi musei d’Europa dedicati al design: oltre duemila pezzi in collezione con nuove acquisizioni a ogni edizione del premio, un’esposizione permanente con gli oggetti premiati dal 1954 a oggi, mostre tematiche, spazi per riunioni di lavoro e manifestazioni pubbliche: il nuovo ADI Design Museum Compasso d’Oro di Milano sarà un punto di riferimento di livello internazionale per tutte le attività – creative, produttive, economiche, professionali, sociali – che ruotano intorno al design.

È il traguardo di un percorso iniziato nel 2011, riunendo l’impegno dell’amministrazione comunale di Milano (che ha investito circa 6 milioni di euro nella ristrutturazione), di Regione Lombardia e dello Stato a quello della Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, che destinerà all’iniziativa altri 2 milioni di euro circa. L’ex area industriale tra via Ceresio e via Bramante, interamente riprogettata e rinnovata, diventa un polo del design aperto al dialogo con tutte le realtà contemporanee e alla valorizzazione del sistema produttivo italiano.

Nel nuovo profilo di Milano, meta di un numero crescente di visitatori interessati all’alta qualità culturale della città.

L’ADI Design Museum Compasso d’Oro intende rappresentare un punto di riferimento che si servirà degli strumenti digitali più aggiornati per offrire al grande pubblico un’esperienza di conoscenza pienamente coinvolgente. Vuole inoltre rappresentare una risorsa per gli studenti delle scuole di design, che potranno contribuire all’esplorazione dei rapporti tra i più celebri simboli del design e i comportamenti sociali.

Nell’area avranno sede, con il museo, gli uffici dell’ADI e della Fondazione ADI, sale riunioni, la biblioteca e l’archivio storico dell’ADI (che raccoglie oltre sessant’anni di documenti storici del design italiano), un bookshop e una zona dedicata alla ristorazione realizzata sulla scorta dell’esperienza ADI per EXPO 2015.

Il museo sarà allestito secondo il progetto elaborato da Ico MiglioreMara Servetto (Migliore + Servetto Architects) e Italo Lupi, vincitore di un concorso nazionale. Il progetto è basato sull’idea di ‘museo narrante’, concetto portato avanti dagli architetti in numerose realizzazioni museali negli ultimi anni. Sarà un centro culturale aperto al grande pubblico, attivamente coinvolto nella conoscenza del design sul filo conduttore della Collezione storica del Compasso d’Oro ADI: oltre sessant’anni della più apprezzata selezione della qualità del progetto, oggi aperta a prodotti di tutto il mondo con gli stessi criteri che le hanno guadagnato in oltre mezzo secolo la fiducia di progettisti, produttori e pubblico.

Cappellini: 25 anni di Felt Chair by Marc Newson

Marc Newson è il designer pop per eccellenza: il suo immaginario creativo è fatto di oggetti dalle forme sinuose e dai tocchi di colore sgargiante che aggiungono una dimensione ironica, ludica e anticonformista all’esperienza dell’abitare. Ispirato dai lavori in feltro di Joseph Beuys e guidato dal desiderio di una seduta funzionale e confortevole ma, allo stesso tempo, dinamica e spiritosa, il designer australiano progetta, nel 1993, la poltroncina Felt, ancora oggi uno dei simboli di Cappellini nel mondo. 

La ragione del suo successo è insita nel suo design, in quella scocca monoblocco che, piegandosi e curvandosi, spezza i canoni estetici tradizionali della poltrona e definisce, in un gioco di volumi vuoti e leggerezza, un nuovo concetto di relax.

Caratterizzata da un design retro-futurista, questa seduta in fibra di vetro viene, oggi, riproposta in edizione limitata, firmata dal designer, proprio per celebrarne il compleanno. La linea seducente, ottenuta dalla piegatura di una lastra di vetroresina, è rimasta inalterata ma viene impreziosita da un rivestimento in pelle, proposto nelle nuance baby blue, violet e celadon – prese in prestito dagli anni ‘50 a interpretare le tendenze vintage contemporanee dell’interior design. 

Decisamente attuale, ma con uno spirito déjà-vu e futurista allo stesso tempo, la Felt 25° Anniversary vince la sfida progettuale per eccellenza: la creazione di un oggetto in equilibrio tra estetica, tecnologia, sperimentazione e comodità.


www.cappellini.it

Renzo Piano: dallo Shard di Londra al Centre Pompidou di Parigi

Dallo Shard di Londra al Centre Pompidou di Parigi, gli edifici di Renzo Piano hanno arricchito i paesaggi urbani di tutto il mondo. Una nuova mostra alla London Royal Academy of Arts illustra la visione e il processo inventivo alla base del suo pionieristico lavoro, dimostrando come l’architettura possa toccare l’animo umano.
 

Caratterizzati da un comune senso di leggerezza e da una commistione di tradizione e invenzione, funzione e contesto, gli edifici di Piano svettano tanto nell’immaginario del pubblico quanto negli skyline delle nostre città. Edifici come la sede del New York Times o il Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou di Noumea lo hanno consacrato tra i maggiori architetti dei nostri tempi.
 

La mostra segue l’intero sviluppo della carriera di Piano, dall’influenza del suo background genovese degli inizi ai primi successi al fianco dell’amico e collaboratore Richard Rogers, fino ai progetti attuali ancora in fase esecutiva. Focalizzandosi su 16 edifici chiave racconta come il Renzo Piano Building Workshop progetta edifici “pezzo per pezzo”, impiegando abilmente forme, materiali e ingegneria per arrivare a un’eleganza poetica ma impeccabile.


Il cuore della mostra è costituito da un’installazione che mette insieme 100 progetti dell’architetto su un’isola immaginaria. Attorno, un focus su Renzo Piano stesso, come architetto e come persona, attraverso trentadue fotografie in bianco e nero di Gianni Berengo Gardin e un film-documentario realizzato appositamente e diretto da Thomas Riedelsheimer.
 

Progettata e curata in stretta collaborazione con Piano in persona, si tratta della prima mostra che Londra dedica all’architetto negli ultimi 30 anni.

Renzo Piano. The Art of Making Buildings


Royal Academy of Arts.

The Gabrielle Jungels-Winkler Galleries

Burlington House, Piccadilly, Mayfair, Londra
 

15 settembre 2018 — 20 gennaio 2019

Riapertura di ROCHE BOBOIS ANTIBES

Flagship della regione del Sud, Roche Bobois Antibes ha riaperto dopo diversi mesi di lavori importanti.

L’architettura d’interni di questo negozio di oltre 1 800m² è stata totalmente ripensata e rinnovata ed esprime ormai pienamente i codici internazionali del marchio.

Riscaldamento, solo il pellet certificato evita brutte sorprese

La stagione invernale è cominciata da un po’ e anche quest’anno si registra la crescita dei possessori di stufe a pellet, che sta dimostrado essere uno dei migliori combustibili per le stufe domestiche, sia per i costi che per la resa calorifica. 

Negli ultimi anni la diffusione delle stufe a pellet è stata capillare in tutta Italia, sia nel nord che nel sud del paese, e vengono ormai utilizzate sia come fonte primaria di riscaldamento che come sistema integrativo.

Un mercato, quello del pellet, in grande espansione, in cui non è facile orientarsi per trovare del pellet di qualità.

Spesso i possessori di stufe pur di spendere poco comprano pellet a buon mercato, salvo poi scoprire a proprie spese che causa tutta una serie di problemi,  come odori anomali, scarso rendimento, intasamento della stufa, malfunzionamento della stufa, ecc.

Per questo è importante che i pellet siano certificati e testati, per essere sicuri che non provochino problemi, e avere in cambio un buon rendimento senza controindicazioni.

Per non incappare in brutte sorprese è necessario che il pellet abbia il certificato EN Plus A1, ovvero la massima certificazione europea che conferisce al consumatore la sicurezza di usare materiale di qualità, con rendimento ottimale e privo di additivi e colle, spiegano i responsabili di www.Pelletgroup.it, un servizio che grazie ad accordi con i migliori produttori di pellet europei garantisce una selezione dei migliori pellet certificati e testati, privi controindicazioni.

Un servizio che mancava in Italia, che garantisce pellet certificato da Austria, Germania, Francia, Serbia, e Nord America a privati, gruppi di acquisto e rivenditori che possono scegliere tra i migliori produttori e farsi arrivare a domicilio camion di pellet, in 10 gg lavorativi.

In Italia c’era bisogno di trasparenza nel settore, per aiutare i possessori di stufe e gruppi di acquisto ad orientarsi sul mercato. Per questo per ogni articolo abbiamo previsto la scheda prodotto, il certificato EN Plus A1 e le informazioni che definiscono il peso complessivo dei pallet, la quantità di sacchi e il peso complessivo del bilico intero di pellet. Nel sito internet infine indichiamo tutte le condizioni e riportiamo una sezione FAQ in cui rispondiamo a tutte le domande e dubbi che ci pongono i consumatori” concludono i creatori del servizio.

Insomma, il mercato del pellet sta diventando anche in Italia, grazie a questo servizio, ancora più economico e trasparente.

HOTEL MO.MA.

Da Sabato 9 Febbraio al 9 marzo 2019 Casa Gallo, presso Palazzo Brusarosco-Zaccaria a Vicenza, una delle opere più importanti e riconosciute a livello mondiale realizzate dal grande architetto veneziano Carlo Scarpa, sarà abitata dalle opere dell’artista vicentina Monica Marioni.

Si rinnova così il dialogo tra architettura e arte che Scarpa ha sempre perseguito nella sua attività, a partire dal 1948 con l’allestimento della mostra retrospettiva di Paul Klee nell’ambito della Biennale di Venezia e poi nel corso degli oltre sessanta allestimenti, tra mostre e musei, realizzati nella sua carriera, che l’hanno reso un grande maestro nell’arte di allestire spazi per l’arte.

La mostra racconterà la trasformazione di un luogo domestico, un tempo abitazione della famiglia Gallo, in un ideale hotel temporaneo abitato dalle opere di Monica Marioni e dal pubblico, protagonista quanto le opere di un’inusuale passeggiata architettonico-artistica attraverso gli spazi ridisegnati da Carlo Scarpa nel periodo 1962-65, tra continue fughe prospettiche, vuoti, il continuum di stanze senza porte, il gioco di luce che abbaglia le pareti/quinte e una “piazza” centrale espressamente pensata come spazio-museo per ospitare opere d’arte moderna.

Fotografie, installazioni, opere sonore e performative troveranno il loro completamento nell’unicità dei diversi ambienti, che si susseguono in modo armonioso ma anche imprevedibile, articolando i 650 metri quadri di Casa Gallo in un hotel ideale, composto, più che da camere, da wunderkammer scandite da continui détournements estetici e concettuali.

Nell’azione di Monica Marioni la potenza del contenuto è moltiplicata dal contenitore, che diventa lo scenario e al tempo stesso il coprotagonista, oltrepassando l’aspirazione di Scarpa di mettere l’ambiente al servizio delle opere d’arte.

La scelta di produrre un ciclo di lavori espressamente concepiti per l’abitazione scarpiana amplia i temi già presenti nella sua ricerca, come l’interesse per il corpo umano, includendo l’attenzione per l’architettura sia di interni che di esterni, in quanto espressione di un’energia in grado di confrontarsi con l’arte e di arricchirne il significato.
La metafora dell’hotel, luogo di passaggio e provvisorio per eccellenza, esprime l’esigenza di continui cambi di punti di vista, a seconda del luogo, del tempo, della luce. Sono soprattutto i vuoti a liberare l’energia e il significato dei singoli lavori, perché diventano insieme un corpo organico e accogliente, uno spazio potenziale che l’artista offre ai visitatori i quali ne colgono le potenzialità espressive.
Le opere lanciano dei messaggi, comunicano, attraverso le forme architettoniche, diventando una realtà accresciuta che va al di là dell’architettura stessa e dell’arte, per investire la vita. Questa idea di opera totale permette al pubblico di creare un rapporto non solo con gli oggetti ma anche con gli ambienti e di conseguenza con la propria immaginazione.

Rosa Lustro – Colore e materia

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La sostanza dei dipinti di Rosa Lustro è rivelata pienamente dal titolo della mostra allestita da SATURA: il colore è scagliato sulla tela in maniera netta e ripetuta quasi fosse vera e propria materia in grado di dare corpo agli stati d’animo dell’artista.
Il risultato sono opere di un intenso lirismo astratto-espressionista che vale la pena vedere dal vivo.

SATURA Palazzo Stella, Piazza Stella 5/1, Genova, GE, 16123, Italia
12/01/2019 – 23/01/2019

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100 anni di Bauhaus